• 12/04/943 La prima testimonianza documentata della Schola Piscatorum

    12 aprile del 943; di fronte a Giorgio notaio della Chiesa ravennate, Giovanni detto Zacula con suo fratello Demetrio, assieme a Leone detto Scamperto, i fratelli Domenico e Orso, Stefano, Domenico di Mercuria, Onesto, Leone detto Bonizo e un altro Leone, chiedevano all’Arcivescovo di Ravenna il rinnovo enfiteutico del diritto di pesca nel Badareno. Come è stato osservato, proprio per la sua natura di rinnovazione di un contratto di enfiteusi che aveva mediamente una durata di 30 anni e per la formula usata (in questa concessione enfiteutica) s’intende che la concessione in passato fosse già attiva almeno un paio di volte, in maniera da determinare, che questo tipo di consociazione tra pescatori dovette essere operativa nel pieno del secolo IX. Questo documento è conservato in originale nell’Archivio Storico Arcivescovile di Ravenna.

    Nei secoli a seguire, questa Schola Piscatorum mantenne costante la sua presenza nel territorio ravennate; ne sono testimonianza i numerosi documenti, seppur distribuiti in maniera non omogenea, che attestano la presenza e la continuità di questa consorteria di pescatori.

  • 1233 Nascita del mercato del pesce gestito dall’Ordine della Casa Matha

    dal 1233 una seconda istituzione, sorella della precedente ma di tendenza Guelfa (partigiana del partito filo-pontificio), ottenne dall’arcivescovo in affitto un pezzo di terreno su cui costruire un proprio edificio ai confini con una domus ed una torre già di sua proprietà. Questo terreno era posto nel rione di San Michele in Africisco e tutto fa intendere che questa area sia la medesima che fin dal 1254 verrà identificata con l’Ordine della Casa Matha.

  • 1233 Nascita del mercato del pesce a Ravenna

    In questo periodo coesistono due realtà associative, la più antica, la cosi detta Schola Piscatorum che concentrava i propri interessi nella pesca, e in parallelo l’Ordine della Casa Matha che controllava e gestiva la commercializzazione dei prodotti ittici gestendo il principale mercato del pesce.

    Sarà infatti questa seconda associazione (di matrice Guelfa filo-pontificia) che nel 1233 ottenne in affitto dall’arcivescovo, un pezzo di terreno su cui costruire un proprio edificio ai confini con una domus ed una torre già di sua proprietà. Questo terreno era posto nella zona centrale della città (rione di San Michele in Africisco) e tutto fa intendere che questa area sia la medesima che fin dal 1254 verrà identificata con l’Ordine della Casa Matha.

  • 1260 Lo Statuto della città di Ravenna

    che nessuna meretrice o puttana pubblica, ladro, brigante, predatore, ovvero uomo di mala fama, debba o possa stare o abitare in Ravenna, segnatamente dal fabbricato dell’ordine della Casa Matha fino alla casa di Bonaventura il balestriere; e ciò a cagione dei cambiavalute e degli altri uomini dabbene che quivi hanno dimora. Questo articolo, dell’antico Statuto cittadino, ci testimonia che attorno al 1260 l’Ordine della Casa Matha aveva ormai assunto la sua denominazione che si mantiene fino ai giorni nostri, inoltre viene messo in chiaro che oramai il fabbricato dell’ordine della Casa Matha era considerato punto di riferimento del tessuto cittadino.

  • 1276 La valle Cordiselva

    Dal 1276, l’Ordine della Casa Matha risulta proprietaria oltre dell’ampio edificio cittadino che fungeva sia da Sede Sociale che da Mercato del pesce, anche di una vasta porzione di Valle destinata per la pesca chiamata indistintamente Cordiselva Cor di Selba. Una parte residuale di questa valle, che nel corso dei secoli è stata interessata da bonifiche, è ancora oggi proprietà della Casa Matha.